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sabato 12 agosto 2017

dal blog " Un fatto strano "



Bellavista era un piccolo paesino incastonato fra le colline di Romagna.
Un luogo verdeggiante ,dove l'aria frizzante odorava di pulito e rigogliosi campi ed orti davano frutti abbondanti che bastavano a far vivere sereni gli abitanti.
Anzi,spesso avanzava qualcosa da portare al mercato nel vicino Sottomonte e guadagnare qualche moneta per un vestito nuovo o un paio di scarpe.
Era una vita semplice ma tranquilla,facile abbandonarsi a quel blando ritmo che cullava e rassicurava.
Ma un giorno successe un fatto strano.
Mentre il campanile della chiesa suonava la chiamata a messa prese a ruotare in volo intorno ad esso uno strano uccello dalla coda luminosa,le penne tanto brillanti che si sarebbero potute vedere anche la notte.
Il primo a notarlo fu il campanaro che affascinato dal bel animale invece di scacciarlo lo aiutò a fare il nido perché potesse riposare.
Fili di corda delle campane,qualche ramoscello del salice del cimitero retrostante e la sapienza dell'animale fecero il resto.
Presto si sparse la notizia di quest'arrivo inaspettato e si scatenò una vera gara per sapere che tipo di uccello fosse.
Nonostante tutta la buona volontà degli abitanti non si venne mai a sapere, nemmeno i tomi impolverati della biblioteca ne portavano traccia e così la sera all'assemblea comunale ,convocata in tutta fretta, si decise di chiamarlo Luce in omaggio al suo piumaggio regale.
E regale era anche il portamento;ben comodo nel nido osservava dignitoso e distaccato l'operato dei suoi nuovi amici.
Tutto pareva procedere bene,ognuno faceva la sua parte di lavoro e ogni tanto levava lo sguardo al campanile come per salutarlo.
La notizia di questa magnifica novità arrivò,insieme ai contadini di Bellavista,al mercato di Sottomonte .Quella mattina,in ogni angolo un fitto vociare accompagnava le trattative, chi stupito,chi curioso ma tutti sotto sotto invidiosi della fortuna toccata a Bellavista.
Il sabato successivo l'argomento preferito era sempre Luce,quanto erano ampie le ali,come cantava e mille altre curiosità.
Presto l'invidia per essere esclusi dall'accadimento toccato in sorte a Bellavista spinse anche gli abitanti di Sottomonte a riunirsi in assemblea.
Atmosfera infuocata ,matrigna di pessime decisioni.
Infatti all'unanimità si approvò il rapimento di Luce solo per togliere risalto a chi aveva già tante vantaggiose opportunità.
Si optò per un'azione diurna proprio intorno a mezzogiorno con il sole a picco a smorzare la luminosità delle penne; la notte sarebbe stata impossibile, troppo visibile.
Scelsero il giorno di sagra,tutti erano occupati ad allestire tavolate e piccole feste sull'aia.
Per farla breve,l'incursione riuscì e il rapimento di Luce ebbe luogo.
Lo imprigionarono in una voliera di fortuna dove fare brevi voli ma non poteva recuperare la libertà.
L'uccello non si spaventò ma il suo tentennare il capo era un ammonimento a lasciar stare,ma nessuno aveva intenzione a recedere dal misfatto.
Grande il disappunto dei cittadini di Bellavista,le proposte di ritorsione erano moltissime ma vinse il buonsenso ; Luce aveva scelto loro,liberamente,qualcosa sarebbe successo.
Passò poco tempo e poco alla volta le piume luminose della sua bella coda iniziarono a brillare di meno e le giornate a Sottomonte si facevano sempre più brevi.
Giorno dopo giorno si affievolivano entrambe,piume e ore del giorno.
Cominciarono i danni alle coltivazioni, e alla lunga il foraggio per gli animale scarseggiò diminuendo la produzione di latte di quei poveri animali stremati.
Serpeggiava il malumore fra la gente e naturalmente nessuno si riteneva responsabile di quella sciagurata decisione che ricordo venne presa all'unanimità.
Cosa fare, cosa non fare...
Si stabilì di restituire Luce sperando i migliorare la situazione.
Aperta la voliera prima di spiccare il volo Luce li scrutò uno ad uno ;era sicuro che avessero capito il dolo commesso e andandosene in un battito d'ali con grande sorpresa i tutti non fece rotta su Bellavista ma si librò nel cielo con le piume nuovamente iridescenti e fra le nuvole cercò un altro paese cui insegnare a non avere invidia e cattiveria ma tolleranza.

Dopo quello strano fatto si ristabilirono le relazioni fra i due contendenti.
Entrambi avevano imparato molto da quella storia.
Ora potevano insegnarlo ad altri e altri ancora.



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