... RICORDI ...EMOZIONI ... FRAMMENTI DI VITA ...

martedì 30 dicembre 2014

LUNGO IL FIUME



Sembra dipinto,pennellate lievi ,velate come le foschie novembrine .
Scenografia e palcoscenico,come la vita è autore e attore del suo e degli altrui destini.
Molto raccontano le sue sponde; gli argini eretti a barriera e protezione, poi le golene con i loro pioppi ritti in filari ordinati , i viottoli a costeggiare la riva.
In tempo di "magra" ammantate di soffici piumini, turbinanti al più effimero alito in quell'aria ferma e spessa che in estate opprime e suda essa stessa. Con la cattiva stagione e interminabili giorni di pioggia battente il "grande fiume" come lo chiama di l'ama e lo teme,s'ingrossa e supera minaccioso la resistenza dell'ultimo argine e invade la golena;ora i pioppi sono con i piedi a mollo, assorbono e trattengono il nutrimento che l'acqua porta loro,l'ammassa attorno al fusto insieme a rami e sterpi.
E' in quei momenti che ne senti la voce anzi il ruggito,un mugghio rauco e spaventoso che ricorda agli uomini di essersi appropriati di parte del suo letto e che è venuto a riprenderlo,minaccioso e fiero.
Ora i suoi colori sono cupi e scuri come i gorghi rabbiosi e vorticanti che inghiottono tronchi e relitti di vecchie barche.
E' la piena,è quando il "grande fiume" zittisce senza riguardo o distinzione il pescatore e il battelliere,l'operaio e il suo padrone.
Spetta a lui il ruolo di cantore,noi comparse mute.
Quando tutto si placa e le acque piano piano rifluiscono tornando a scorrere con più pacata lena,riappare lungo l'argine gente in bicicletta, chi diretto al lavoro,chi verso il mercato con gonne svolazzanti,tutti pur pedalando danno un lungo sguardo al fiume,ancora una volta protagonista delle loro vite.
Al centro del corso d'acqua,là dove c'è il casone dei pescatori si rivedono in volo gli uccelli di palude,abituati alle zone umide per loro banchetti a cielo aperto,dispensatrici di lauti pasti dove è facile far crescere la prole.
Oggi non è giorno di pesca, ancora troppo torbida e veloce l'acqua e ai pescatori altro non resta che,al riparo nel casone, giocarsi a carte un bicchiere di vino;verranno giorni adatti per buttare l'esca e scommettere chi cattura il luccio più grosso.
Anche il ponte di barche dondola placido sulla corrente,antica mano tesa all'altra sponda, punto d'incontro di gente e merci le più diverse ; rugose zucche e dolci dissetanti angurie,trecce d'agli e gialli meloni fatti di sole a cui hanno rubato il colore;ceste di vimini piene dei dono del porco,salami,ciccioli e prosciutti di gran gusto.
Le genti scambiano,acquistano e vendono perfino da barca a barca in un brulicare di dialetti che sul fiume sono pane.
Sul muretto che protegge il minuscolo porticciolo guardo la vita riprendere vigore e ritmo nuovamente pronta ad affrontare un altro giorno .
Il "grande fiume" ora sonnecchia ma non inganni questa bonaria indifferenza ; sembra di sentirlo mormorare:-Fate largo,arriva il Re.-

martedì 23 dicembre 2014

PAROLE PERDUTE



Giorni fa ad un'amica dissi -Ci vorrebbe un confortino- e le regalai una viola.

Confortino,che strana parola,non trova casa nel dizionario di certi pomposi intellettuali che mai pronuncerebbero un così popolano lemma.
Popolano e popolare in un tempo non troppo lontano.
Detentrici del significato erano perlopiù le nonne a cui era affidato il compito di elargire confortini ad ogni occasione.
C'era il confortino adatto se ti sbucciavi le ginocchia e il disinfettante bruciava sulla ferita fresca e ...magia , un soffio e il dolore svaniva ; applicazione casereccia dell'effetto placebo ma funzionava.
Se, dopo un pomeriggio passato sui compiti iniziava la stanchezza eccola arrivare con una tazza di fumante,corroborante cioccolata ; pochi minuti ed eccoci pronti a ricominciare con rinnovata energia.
E se crescendo arrivava il tempo delle prime piccole delusioni il valore aggiunto del confortino aumentava ; una carezza in apparenza svogliata sul capo e spariva quell'espressione infelice del - ma perché ? - che costella gli anni della pubertà.
Massimamente il confortino era mangereccio,forse perché molto gratificante sia per chi l'offre sia per chi ne beneficia.
Il must della mia di nonna era un uovo di crema.
Ora in tempi di diete forsennate molti saranno inorriditi, ma via cos'è un pò di sano colesterolo a fronte della tristezza di una nipote ?
Ricordo ancora il rito della preparazione , la sapiente amalgama degli ingredienti.Il grande onore di accendere il gas con i fiammiferi di legno , allora non c'erano stufe con l'accensione elettronica e valvole di sicurezza , si doveva stare attenti a tutto , che i fiammiferi fossero a debita distanza dalla fiamma ,che il latte non sversasse a soffocare il fuoco lasciando uscire il venefico gas ;
quello era un compito da grandi ed avervi accesso contribuiva a distrarre i pensieri da altro che non fosse la preparazione della crema che intiepidita diventava farcia per biscotti e alla fine il momento tanto atteso - Tieni ripulisci il tegame - Quale detersivo ? Quello dopo , prima con un dito tutt'attorno e poi golosamente in bocca.
Crescere non è e non sarà mai semplice,sarebbe un ossimoro; crescere significa spogliarsi poco alla volta del guscio protettivo dell'infanzia fino a sbocciare nel fiore che in realtà tutti siamo.
Nel tempo sono cambiati i confortini , si sono adattati ai mutamenti del vivere quotidiano , si sono anche loro assoggettati alle leggi di mercato. Sono diventati abiti firmati o fredde tecnologiche protesi dell'anima che altro non comunicano che solitudine e spavento.
Provate a preparare un'uovo di crema con i vostri figli o nipoti, riscoprite la magia del fare le cose insieme , con le mani sporche di farina e gli occhi lucenti di contentezza.
Sarà un confortino anche per voi , dalle ansie adulte di chi ha il compito di educare in primo luogo ai sentimenti...
Mano alle pentole dunque , senza esitare .



mercoledì 10 dicembre 2014

SIEDITI



Siediti vicino a me,
ti racconterò mille storie,
come mille sono le gocce del mare.
Andremo lontano in mondi sconosciuti,
non avere paura,ti sarò vicino.
Ti parlerò con la lingua delle piante,
con la leggerezza di una foglia e la brillantezza del sole appena sorto.
Una nuvola passa davanti e dolcemente ci offre un passaggio per salire in alto dove tutto è possibile.
Basterà solo avere la magia di un bambino e come lui credere che tutto può accadere.
Credere,
come i bambini che le favole accadono proprio in questo preciso istante.
D'incanto,
saliti su questa paffuta nuvola cominciare a sorridere.
Andremo lontani o forse no ...ci faremo trascinare da lei e chissà cosa potremo conoscere .
Quante cose possiamo conoscere rimanendo qui a lasciarci trasportare .