... RICORDI ...EMOZIONI ... FRAMMENTI DI VITA ...

domenica 25 maggio 2014

QUANDO IL BAMBINO ERA BAMBINO poesia di Peter Handke



Quando il bambino era un bambino.
se ne stava a braccia appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente;
e questa pozza,il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva d'essere un bambino.
Per lui tutto aveva un'anima,e tutte le anime erano tutt'uno.

Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un'opinione.
Non aveva abitudini.
Sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via.
Aveva un vortice tra i capelli,
e non faceva facce da fotografo.

Quando il bambino era bambino,
era l'epoca di queste domande.
Perché io sono io,e Perché non sei tu ?
Perché sono qui e non sono lì ?
Quando è cominciato il tempo e dove finisce lo spazio ?
La vita sotto il sole è forse solo un sogno ?
Non è solo l'appartenenza di un mondo davanti a un mondo, 
quello che vedo,sento e odoro ?
C'è veramente il male e gente cattiva ?
Come può essere che io , che sono io ,non c'ero prima di diventare bambino.
E che un giorno , io che sono io , non sarò più quello che sono ?


Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mele,
ed è ancora così.

Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano,
come solo le bacche sanno cadere, ed è ancora così. 
Le noci fresche gli raspavano la lingua,ed è ancora così.
A ogni monte,sentiva nostalgia di una montagna ancor più alta ,
e in ogni città, sentiva nostalgia di una città ancor più grande .
E questo , è ancora così.

Sulla cima di un albero,
prendeva una ciliegia tutto euforico , com'è ancora oggi.

Aveva timore davanti ad ogni estraneo,
e continua ad averne .

Aspettava la prima neve e continua ad aspettarla.


Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l'albero un bastone,
come fosse una lancia.

E ancora continua a vibrare .

domenica 18 maggio 2014

E SE DIO SI OFFENDE ?



Premesso che quando parlo di Dio intendo riferirmi a quell'entità suprema , a quell'essere superiore e infallibile che ritroviamo in ogni religione,che viene amato e onorato con modi diversi ma con la stessa abnegazione,con la stessa speranza .
L'uomo ha bisogno di un mito cui affidare la propria esistenza, di rendere qualcuno responsabile degli accadimenti perché la casualità del vivere trovi un senso , una sua forma di razionalità.
Pochi hanno la saldezza interiore  per affrontare da soli le asperità e superare gli ostacoli con la sola forza delle proprie convinzioni ; è più comodo attribuire al volere del fato i nostri errori , le nostre mancanze e le nostre pigrizie.
Ma cosa succederebbe se un giorno Dio si offendesse dei nostri comportamenti meschini; a ben pensarci abbiamo disatteso tutte le aspettative che questo giudice esigente che troppe volte abbiamo deluso con le nostre follie e intolleranze.
Egli,chiunque sia , è disponibile al perdono se il nostro ravvedimento è convintamente sincero ma diventa un muro altissimo quando reiteriamo l'errore anteponendo il nostro egoismo al bene collettivo .
Sappiamo tradire i sentimenti migliori , la solidarietà ad esempio ; meglio voltarsi di lato e non guardare, ci pensi qualcun altro...
L'accoglienza ? Non spalanchiamo le braccia in un abbraccio fraterno a chi è diverso da noi per razza o disabilità ...perfino diverso per sessualità .
Chi siamo per giudicare gli altri se Dio stesso non lo fa ?
Amore per il prossimo è amore , non ci deve importare in quale forma , deve importare la qualità e la quantità d'amore che possiamo esprimere .
Non c'è peggior furto che rubare le aspettative a chi ci è simile, affine; a chi si è fidato di noi .
Credo che questi pochi esempi bastino .
Se Dio si offende
 e ci condannasse a una buia notte , dove le tenebre fossero tanto spesse da essere impenetrabili,da non consentirci nemmeno un passo , intrappolandoci nella nostra misera vita priva di speranza.
Se Dio si offende 
cancellerebbe le gioie del mondo, via i colori , le note , le parole e i sentimenti ; resteremmo basiti come statue , corpi a cui è stata sottratta l'anima , freddi e inanimati,a cui nessuno donerebbe una carezza, al più un giudizio estetico.
Se quel Dio si offende
 sarà la fine dell'umanità e sarà stata solo colpa nostra, non potremo incolparlo di nulla , sarà il prezzo che dovremo pagare per la nostra arroganza  la nostra irriguardosa, irriconoscente offesa alla saggezza .


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giovedì 8 maggio 2014

ERA DI MAGGIO



A volte affiorano nella mente lontani ricordi , senza una ragione , spontanei .

Avevo dieci anni , le prime lucenti giornate di sole e nell'aria profumo di rose ; erano gli ultimi giorni di scuola e già si pregustavano le vacanze estive , lunghi giorni in cui il solo imperativo era divertirsi , nella massima libertà .
Avevo un'amica del cuore , Evangelina e con lei finite le lezioni tornavamo a casa attraverso i campi , perché di spazi chiusi dopo cinque ore in aula ne avevamo piene le tasche , non che questo abbreviasse il cammino ma certamente lo rendeva più piacevole ; mentre si camminava si facevano progetti per il pomeriggio e si raccoglievano gialli ranuncoli e rossi papaveri ; in mezzo al grano c'erano dei fiori bianchi delicati di cui tutt'oggi ignoro il nome , quasi che se lo sapessi perdessero la loro bellezza.
Arrivate a casa venivamo puntualmente sgridate per il ritardo , lei dalla madre , io dalla nonna ; ma l'indomani lo avremmo rifatto ; birichine si nasce !
Pranzo veloce , sbrigati i compiti a casa a velocità supersonica ...appuntamento in cortile ; ai tempi si giocava alla settimana , in alcuni posti conosciuta anche come campana ; tutto quel che serviva era un pezzo di gesso e un ciottolo , altro che playstation ; nascondino; improvvisavamo campionati d'atletica , corsa, salto in lungo , staffetta ...e ogni cosa la nostra fantasia ci suggerisse ; non esistevano ,numerosi come ora , bimbi obesi ; per forza non stavamo fermi un attimo ; all'imbrunire il richiamo dalle finestre .  "Andiamo, è ora di venire a casa "
Questo decretava la fine dei giochi , quasi ora di cena ma prima, dopo tutto quel daffare un bel bagno era indispensabile , tassativo .
Non dico che mi addormentavo sul piatto ma non c'è mai stato bisogno che mi venisse detto di andare a letto ; partivo con già indosso il mio pigiamino, sotto le coperte pronta per sognare .
E il giorno dopo si ripeteva questa magia chiamata infanzia ; la mia fu felice e  sono grata a chi l'ha resa tale .

                                                  
                                                     ...un giorno di Maggio .