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venerdì 13 aprile 2018

dal blog: "Approdo"


Accadde una mattina ,ora luminosa e fresca, dopo una burrasca che placandosi  aveva dolcemente arenato quella piccola imbarcazione da pesca amatoriale,di quelle per uscire con un paio d'amici giusto per trovare di che fare una grigliata sulla spiaggia.
Il bottino si era salvato in quanto riposto sotto coperta affinché il mare non se lo riprendesse.Comunque contenti di avere rimesso piede a terra tutti e tre sani e salvi anche se provati dall'avventura occorsa.
Misero in sicurezza l'imbarcazione per evitare che la prossima alta marea la trascinasse al largo con se.
Tre ventenni godono di un sano appetito e senza perdersi d'animo allestirono un falò e organizzarono una saziante "grigliata" col pescato della sera prima e quando la fame fu placata iniziarono a guardarsi intorno
-Strano.il commento di Gianni non riscontro nulla di famigliare in questo luogo.-
-Vero,fu il commento di Aldo-.Guardate la vegetazione,mai vista così intrisa d sale eppure vitale e fruttifera, come se la quantità eccedente di sale per quegli alberi sostituisse i benefici del'acqua dolce; come botanico sono stupefatto.
Mimmo, il geologo del piccolo gruppo di amici fece notare la consistenza della rena, ruvida e scura come fosse dovuta al continuo dilavarsi dal moto marino.
Forse un residuo di una antica colata di lava,ipotizzò.
Sempre cercando di capire dove fossero finiti e a quanta distanza dai loro luoghi d'origine diedero inizio ad una perlustrazione che avesse un minimo di razionalità;mentre Gianni restava al campo base,Mimmo e Aldo incamminandosi in direzione opposte provarono a circumnavigare l'isola,se tale fosse,e dopo lunghe ore si ritrovarono ai piedi di un colle, brullo e inospitale.
Non incuteva alcun timore per imponenza ma talvolta ne udivano il borbottio tormentato e sospiroso come recitasse la sua solitudine.
Tornarono, questa volta insieme al campo base che nel frattempo Gianni con capacità e pazienza aveva organizzato almeno per una sopravvivenza possibile.
Il  problema era l'acqua dolce
Ragazzi mi  offro per un esperimento-Gianni era uno che difficilmente si arrendeva-se come dice Aldo quegli alberi traggono vita dall'altissima salinità del suolo è possibile che i loro frutti contengano acqua:Io provo,voi aspettate che vediamo che succede.
E così afferrò uno stano frutto, striato,piatto e duro.
Masticando lungamente ne estrasse un lungo sorso d'acqua, dissetante e nelle loro condizioni vitale.
Aspettate ancora per escludere strane reazioni.
Passata mezzora ritennero che era il caso di cedere e finalmente dopo tante ore poterono dissetarsi.
Il mare era generoso e li rifocillava con abbandanza.
La notte scorse tranquilla e all'indomani tutti insieme tornarono al promontorio
che aveva caratteristiche tali che Mimmo,il geologo,ebbe modo di osservare
con interesse e pure in assenza di strumenti idonei.
Ragazzi-disse-questo borbottio continuo prelude ad un eruzione; non so quanto potente ma se aumenta prepariamo la barca pronti a salpare al volo ;sarà molto pericoloso.
Rientrarono velocemente al campo e iniziarono a stipare la minuscola cambusa di buon pesce e di quegli strani frutti per far provviste d'acqua.
Una nuova notte trascorse tranquilla ma poco dopo l'alba la terra iniziò a tremare con sempre maggiore violenza.Mimmo incitò i compagni-facciamo presto e cominciamo a guadagnare distanza dalla costa; forza, non c'è tempo da perdere.Erano a poco più di un miglio quando una potentissima deflagrazione scosse l'aria e una nube nera , pesante e caliginosa,avvolse il mare rendendo impossibile orientarsi tanto meno a vela , il timone impazzito e ingovernabile fece di loro un giocattolo in preda alla natura.Una falla danneggiò la cambusa con tutto il loro prezioso carico.
A poco a poco la spinta di quel vento scuro e acre .pregno di zolfo e afrori venefici rallentò questo viaggio disperato e disperante lasciando spazio e tempo per un momento di raziocinante approccio alla realtà.
Non ci credevano nemmeno loro, si ritrovarono nella caletta dove sempre approdavano dopo una battuta di pesca; a casa finalmente.
Ancora sconvolti da questa inspiegabile avventura furono accolti sul molo da mezzo paese e dai famigliari preoccupati e al tempo stesso indispettiti.
-Potevate almeno andare un messaggio se non a no alla Capitaneria e rendervi reperibili-
-Era saltato il sistema GPS ,non c'era modo.La tempesta è stata furiosa e ci siamo trovati su un'isola vulcanica che dopo tre giorni è esplosa e ancora avventurosamente siamo tornati a casa.-
-Ma quale tempesta- il Capitano di Vascello,responsabile del porticciolo-da una settimana non si muove una foglia.-
-Capitano le diamo la nostra parola;è tutto vero.
- Non avete nessuna prova che tutto questo corrisponda al vero.
E poi ,ditemi,come avete fatto per l'acqua ?-
I ragazzi piegarono il capo, impotenti a spiegare la verità.
-Io si che posso spiegare,Aldo che di botanica ha competenza individuò uno stano frutto,piatto, striato, duro che se masticato lungamente rilasciava una buona quantità di liquido; prima l'ha sperimentato Mar non conoscendone gli effetti collaterali,dopo un po' anche noi ci dissetammo.-
-Mentite !
Senza fretta Mimmo ne estrasse uno dalla tasca.
Il silenzio cadde pesante sul molo.
-Analizzatelo e capirete.

Benedetta quella tempesta.
Stabilì che l'improbabile non è mai impossibile.


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